Sono 10, tra misure e sottomisure, gli investimenti totalmente eliminati dal Pnrr per un valore complessivo di circa 11,3 miliardi di euro. Questi fondi sono stati reindirizzati verso altre misure del piano, nuove o già presenti. A livello di singoli investimenti, il taglio più consistente riguarda gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni del valore complessivo di 6 miliardi di euro. In questo caso il documento del centro studi della camera non fornisce una motivazione vera e propria sul perché tale investimento sia stato tagliato. Si legge però che gli interventi selezionati erano tutti “progetti in essere”. Probabilmente quindi gli interventi finanziati o non avevano i requisiti per essere finanziati dal piano (con particolare riferimento al principio del non arrecare danno significativo all’ambiente) oppure non potevano assicurare la conclusione dei lavori entro il 2026. In ogni caso il governo fa presente che trattandosi di progetti in essere tutti mantengono il finanziamento previsto originariamente a valere sul bilancio dello stato. Anche le misure per la gestione del rischio di alluvione e per ridurre il rischio idrogeologico (1,3 miliardi di importo originario) erano costituite interamente da progetti in essere. In questo caso però la scelta è stata quella di utilizzare queste risorse (ridotte a 1,2 miliardi) per la ricostruzione delle zone dell’Emilia Romagna, della Toscana e delle Marche colpite dalle alluvioni del maggio 2023. Anche in questo caso l’esecutivo specifica che gli altri interventi saranno realizzati facendo affidamento alle risorse ordinarie del bilancio statale. La terza misura stralciata con l’importo più consistente riguarda la realizzazione di linee di collegamento ad alta velocità con il nord Europa (930 milioni di euro). In questo caso nella relazione del governo di legge che le opere previste non si sarebbero potute concludere entro il 2026. Da citare infine il taglio degli interventi rientranti nel potenziamento di servizi e infrastrutture sociali nelle aree interne del valore di 725 milioni. Anche qui si legge che i progetti non si sarebbero conclusi entro la scadenza fissata che in questo caso sarebbe stata la fine del 2025. In questo caso gli interventi sono stati rifinanziati per 500 milioni con fondi destinati appositamente dal decreto legge 19/2024. Mentre per i restanti 225 milioni riguardanti i progetti in essere si attingerà alla contabilità ordinaria del bilancio statale. Tra quelle interamente definanziate dal piano ce n’è un’altra, quella riguardante la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia, che sarà interamente rifinanziata da risorse messe a disposizione con il Dl 19/2024.
La tabella riproduce i dati a disposizione sugli investimenti del Pnrr pubblicati dal governo nella quarta relazione per il parlamento e nella Council implementing decision (Cid) allegata alla Decisione del consiglio del 13 luglio 2021 e sue modifiche successive. Le informazioni attinenti alle variazioni delle risorse stanziate negli investimenti, con riferimento anche a quelle relative ai “progetti in essere”, sono derivate dal confronto tra i dati relativi agli investimenti originariamente previsti dal Pnrr e quelli presenti nella citata quarta relazione, nonché da informazioni fornite dalla ragioneria generale dello stato – ispettorato generale per il Pnrr. La consistenza finanziaria originaria dei nuovi progetti e dei progetti in essere è ripresa dalla tabella a, allegata al decreto del ministro dell’economia e delle finanze del 6 agosto 2021 e modifiche intervenute.
FONTE: elaborazione openpolis su dati servizio studi camera.
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Aprile 2024)